p>Tempo fa, i suoi sviluppatori lo avevano definito il più veloce programma di file sharing del pianeta. Ora LimeWire arriva alla versione 5.1.2, che consente agli utilizzatori di creare in modo semplice delle VPN (Virtual private Network) e configurarle per farvi accedere solo gli utenti autorizzati. Una darknet, come viene definita in gergo, ovvero una rete privata, chiusa a tutti coloro che non sono autorizzati ad accedervi e destinata alla condivisione e allo scambio di contenuti vari fra i soli membri. Una soluzione, quindi, che vuole allontanare tutti coloro che controllano i canali peer-to-peer a caccia di indirizzi IP sui quali si rinvengono download illegali di materiale tutelato dal diritto d’autore.
La nuova versione di LimeWire rende questo sistema ancora più alla portata dei netizen. Non è necessario avere specifiche conoscenze tecniche e informatiche per costruire una VPN con LimeWire. Gli sviluppatori si sono impegnati a semplificare le operazioni e ci sono riusciti. L’uscita della nuova release ha riproposto in Rete il dibattito intorno alle darknet. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non tutto il popolo del peer-to-peer le guarda con simpatia. Secondo numerosi utenti, infatti, le darknet negano la filosofia ispiratrice del file sharing, che prevede la libera circolazione e la libera condivisione dei file. Le darknet, si dice, sono un’isola impenetrabile, esclusiva, quasi anti-democratica. C’è, però, chi alle darknet guarda con grande interesse, come Nate Anderson di Ars Technica, che ne apprezza proprio l’impenetrabilità e il pressoché totale anonimato. Di fronte a una VPN, l’industria dei contenuti a caccia di pirati deve fermarsi. In realtà, se la darknet è di grande dimensione, si riesce comunque a infiltrarsi, ma se ci troviamo di fronte a reti costituite da 10
|