p>Il rapporto sulla banda larga in Italia, cui ha lavorato il consulente del governo Francesco Caio, è finalmente pronto ed è già stato consegnato al ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola e al sottosegretario Paolo Romani. Dopo la prima bozza del piano presentata a gennaio, dunque, giunge sul tavolo del governo l’analisi della situazione della diffusione della banda larga in Italia, già nota da tempo, con le possibili soluzioni prospettate da Caio. Soluzioni ambiziose, visto che il documento si intitola «Portare l’Italia verso la leadership europea nella banda larga. Considerazioni sulle opzioni di politica industriale».
Al momento non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale, ma le ipotesi presentate da Caio sono comunque trapelate attraverso l’agenzia di informazione Radiocor. Tre le soluzioni prospettate dal consulente. Con la prima, si punta a quella conquista della leadership europea oggetto del titolo del documento. A tal fine, si propone la creazione di un’azienda di rete per coprire cento città e arrivare nel 50% delle case grazie a un piano nazionale. La rete dovrà essere di tipo FTTH (Fibre-To-The-Home) point to point, integrata di fibre e rame. Questa prima opzione di intervento include la possibilità di scorporare la rete fissa di Telecom ed è motivata con la considerazione che, se non viene attivata una soluzione del genere, il rischio è di accorgersi troppo tardi che l’infrastruttura non è sufficiente a fronteggiare la domanda.
La seconda opzione, invece, si focalizza su una rete di fibra di nuova generazione che permetta la copertura del 25% delle case. La terza soluzione, infine, prevede un investimento pubblico limitato e la copertura di 10-15 città. Orientata al principio della flessibilità sul territorio, quest’ultima opzione si basa sulla
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