p>Internet libera, accessibile a tutti e alle stesse condizioni? Potrebbe presto diventare un sogno, o soltanto un ricordo. Soprattutto se i provider, i “tutori” dell’infrastruttura, attuano atteggiamenti discriminatori, filtrando i contenuti proposti, razionando la banda in maniera arbitraria, dando la priorità a flussi di dati piuttosto che ad altri.
Contro un uso “dispotico” di Internet e per tutelare il diritto degli utenti a una Rete neutrale, si sta battendo la Trans Atlantic Consumer Dialog (TACD), che raggruppa associazioni a tutela dei consumatori sparse in Europa e oltreoceano.
Obiettivo della TACD è spingere le istituzioni a tutelare e garantire l’esistenza di un’infrastruttura “stupida”, dunque neutrale, che salvaguardi l’intelligenza degli utenti finali, i quali dovrebbero essere liberi di scegliere autonomamente a quali contenuti dare la precedenza.
Sempre più spesso infatti si registra il caso di provider che stringono alleanze con altri media e con fornitori di contenuti, concedendo loro (a pagamento) una “corsia preferenziale”, a scapito di altri contenuti e servizi che vengono così degradati, o addirittura scompaiono.
I provider, sostiene la TADC, dovrebbero mantenere una gestione trasparente e neutrale dell’infrastruttura. Cosa che non avviene ad esempio nel Regno Unito, dove il provider Virgin Media ha affermato di offrire già ai suoi fornitori di contenuti corsie preferenziali della Rete. Suscitando così le proteste di molti utenti.
Autore: Pierluigi Emmulo Ultimi articoli correlati: Reti Internet neutrali: chiusa la consultazione pubblica in Usa. Ci saranno linee di Seria A e B?Net-Neutrality: prima sconfitta alla Camera Americana dove vincono i grandi interessi industriali.Google invita tutti gli utenti Internet di sottoscrivere gli appelli online in favore
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