p>I problemi riguardanti lo stress oggi investono in maniera sempre più consistente il mondo del lavoro e in questi ultimi anni si stanno approfondendo gli studi su tutte quelle situazioni di disagio psicologico che spesso vedono nell'organizzazione del lavoro una delle cause più importanti. Problematiche quali stress, burn-out, mobbing sono divenute estremamente attuali. Secondo le stime della European Foundation for the Improvement of Living and Working Condition, nell’Unione europea lo stress da lavoro colpisce oltre 40 milioni di persone, ovvero quasi il 10% della popolazione, e ha un costo sociale circa 20 miliardi di euro l’anno.
Da Oltreoceano, invece, proviene lo studio condotto da InfoWorld sulla situazione che sta interessando i dipendenti e i lavoratori del comparto IT. Il quadro tracciato non è dei più rincuoranti. La crisi finanziaria che sta investendo l’economia mondiale non sta risparmiando di certo l’Information Technology e dallo studio di InfoWorld emerge che i lavoratori dell’IT si sentono stressati e credono di lavorare di più rispetto ai mesi passati, a fronte però di una minore soddisfazione e con l’incubo di una riduzione di stipendio o del licenziamento. Solo il 14% degli interpellati dichiara che la situazione attuale non sta avendo su di essi ripercussioni psico-fisiche.
Le preoccupazioni non appaiono ingiustificate, visto che sono già oltre 50 mila i posti di lavoro persi e che il tasso di crescita degli stipendi cresce con ritmi troppo ridotti rispetto all’inflazione. La condizione di incertezza, la consapevolezza che i segnali della crisi sono oramai evidenti, il crescente grado di insoddisfazione stanno portando conseguenze anche sul piano della produttività. Le aziende, quindi, oltre a dover far fronte alla crisi generale, rischiano di trovarsi costrette a intervenire in qualche
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