p>Jerry Rose, un cittadino canadese residente a Nanaimo, città della British Columbia, ha citato per danni Microsoft, Google e altre aziende e enti presentando una denuncia in cui afferma di essere stato vittima di tecnologie di interfaccia tra cervello e computer, ricerche, esperimenti, studi e chirurgia invasive. Oltre a BigM e BigG, l’avvocato di Rose ha citato in giudizio Wal-Mart, la Royal Canadian Mounted Police (RCMP), l’azienda canadese di telecomunicazioni Telus, l’Università della British Columbia e il BC College of Physicians and Surgeons.
Rose ha anche affermato di essere tuttora soggetto a continue molestie per il controllo del cervello attraverso tecnologie invasive utilizzate dalla RCMP allo scopo di indurlo a ritirare la denuncia. Inoltre l’uomo, che ha chiesto 2 miliardi di dollari di danni, oltre a una Ferrari, una Lamborghini e due Harley-Davidson, avrebbe anche parlato di riti satanici e stregoneria. E ha spiegato che i 2 miliardi di dollari di risarcimento gli sono dovuti per alcune tecnologie informatiche da lui stesso inventate e successivamente rubate.
Il caso è finito sul tavolo del giudice Fraser Wilson che ha deciso di procedere a un dibattito in aula, pur ammettendo che si tratta di una situazione decisamente inusuale. A nulla sono valse le richieste degli avvocati difensori delle aziende citate in giudizio, che intendevano far rigettare il caso, definito come oltraggioso e infondato, Wilson ha tra l’altro ricordato che tra il 1950 e il 1960 la McGill University aveva condotto esperimenti somministrando dosi di LSD e altre sostanze psicotrope su cavie umane tenute all’oscuro di tutto.
Jennifer Millbank, un avvocato canadese assunto da Microsoft per rappresentarla nel caso, dal canto suo ha dichiarato che Microsoft non ha avuto alcun contatto diretto con Rose e
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