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Il tasto “Mi sento fortunato” di Google fa perdere al motore 110 milioni di dollari all’anno
che serve il tasto “Mi sento fortunato” di Google? Chi dopo avere impostato una ricerca sceglie “Mi sento fortunato” anziché “Cerca con Google”, viene portato direttamente al primo dei risultati trovati dal motore di ricerca, senza visualizzare la pagina delle alternative.
In realtà le statistiche parlano chiaro e rilevano che solo l’1% degli utenti fa uso dell’opzione “Mi sento fortunato”. Solo che coloro i quali lo utilizzano per le loro ricerche scavalcano a piè pari la possibilità di visualizzare gli annunci pubblicitari che Google inserisce nelle pagine con gli esiti della ricerca.
Conclusione: il danno per Google può essere orientativamente quantificato sui 110 milioni di dollari all’anno. Cifra che nell’economia di Google non è elevatissima, ma comunque sempre una bella somma.
Perché allora quel tasto così insulso e perfino dannoso per Google stesso è sempre lì dal lontano 1998 e non accenna a sparire?
Sono ragioni “filosofiche”, come ha spiegato Sergej Brin, co-fondatore della compagnia californiana assieme a Larry Page: il fine è quello di aspirare a
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