cura di Emanuele Quintarelli
Su gentile concessione
di Apogeonline
Si è appena conclusa al centralissimo Moscone West Center di San Francisco la
prima edizione della
Web 2.0
Expo. Evento che, a scanso di equivoci, è stata ben più di una vetrina per
aziende e prodotti high-tech, quanto invece un evento ricco di presentazioni,
dibattiti, interazioni. E che ha visto, oltre alla presenza di persone di primo
piano nell’imprenditoria digitale, tra cui Tim O’Reilly, Jeff Bezos, David Sifry,
Eric Schmidt, un’ampia e differenziata partecipazione di pubblico. Anzi, è stato
forse questo l’aspetto cruciale della kermesse californiana: girando nei tre
piani dell’edificio, all’inglese si intrecciavano di frequente lingue europee,
incluse quelle dell’est, asiatiche, sudamericane e altre meno distinte. Scenario
facilmente verificabile, anche da casa, tramite una rapida ricerca su
Technorati: tra le migliaia di blogger che ne parlano, spiccano i post in
francese, portoghese, coreano, spagnolo e via di seguito. (Unica eccezione
negativa, purtroppo, la scarsissima presenza italiana).
Pur usando maggior prudenza del quotidiano locale
San Francisco Chronicle, che riporta addirittura un 11.000 presenze, il via
vai di persone è rimasto incessante per le tre giornate, dalle 8 di mattina
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